mercoledì 13 luglio 2022

"Agenzia Riccardo Finzi praticamente detective" di Sergio Corbucci

 

Non è un film straordinario, pure si riesce a vedere, grazie all'innata simpatia di Renato Pozzetto, all'immediata comicità di Enzo Cannavale (che qui ha una parte piuttosto importante) e alla presenza di alcune belle attrici dell'epoca: Simona Mariani, Lory Del Santo e Olga Karlatos. Sufficiente la regia di Bruno Corbucci (che ha certamente diretto film migliori), e buona la colonna sonora dei fratelli De Angelis. La storia è ispirata ad un romanzo di Luciano Secchi (più conosciuto con lo pseudonimo di Max Buker): Agenzia investigativa Riccardo Finzi; non ne sono sicuro, perché non ho mai letto il libro di Secchi, ma penso che la storia raccontata nel film non abbia seguito più di tanto la trama del romanzo dello scrittore milanese, perché in presenza di attori come Pozzetto e Cannavale, è naturale seguire strade più libere, e fare in modo che l'estro di attori eccezionali emerga senza vincoli. Tra gli altri attori che compaiono in questa pellicola, ricordo anche Silvano Tranquilli, Barbara De Bortoli (nel ruolo di una bambina dispettosa) e Elio Zamuto.

 

Titolo: Agenzia Riccardo Finzi praticamente detective

Nazione: Italia

Anno: 1979

Genere: Giallo/Commedia

Regia: Bruno Corbucci

Cast: Renato Pozzetto, Enzo Cannavale, Olga Karaltos, Elio Zamuto, Silvano Tranquilli, Simona Mariani, Barbara De Bortoli, Adriana Facchetti, Luca Sportelli, Lory Del Santo

Durata: 115 minuti.

giovedì 7 luglio 2022

"Breve incontro" di David Lean

 

Questo è un film che lascia il segno; anzi, ritengo sia il migliore tra quelli che hanno come argomento principale i sentimenti umani. Per comprendere meglio ciò di cui la pellicola tratta, si potrebbe leggere la poesia Les passantes, di Antoine Pol, che poi divenne una canzone grazie a Georges Brassens (e, in lingua italiana, grazie a Fabrizio De Andrè). La poesia, come il film, parla dei possibili, fatidici incontri che, nella vita di un uomo o di una donna, possono verificarsi casualmente e inaspettatamente. Ma se nei versi di Pol questi incontri si sono dimostrati fuggitivi e inconcludenti, nel film, grazie ad una serie di eventi favorevoli, divengono estremamente importanti. Così, per caso, un uomo e una donna di mezza età, già sposati e con figli, s’incontrano in una stazione che frequentano spesso, ed hanno anche modo di conoscersi, fino a capire che sono fatti l’uno per l’altra. Da quel momento, entrambi si rendono conto che la loro passata vita amorosa non ha più alcun valore, poiché i sentimenti che ora provano sono di gran lunga più intensi. Però, ben presto, sopravviene l’amarissima consapevolezza che il loro amore, così passionale e meraviglioso, non può avere alcun futuro. La donna è la prima a comprenderlo, e chiede all’amante di aiutarla a lasciarlo. Ma subito dopo l’ultimo addio, è proprio la stessa donna che non riesce a sopportare il definitivo distacco, e soffre così intensamente da desiderare la morte immediata. C’è da considerare che il film uscì nel 1945: quasi un secolo or sono. In quel periodo esisteva un modo di pensare assai diverso da quello odierno, e, lasciare la propria famiglia, sebbene per motivi plausibili, riconducibili alla nascita di un nuovo travolgente amore, era ritenuto più che scandaloso; per questo i due, pur consapevoli di provare sensazioni nuove, straordinarie e irripetibili, decidono con estrema riluttanza di lasciarsi, rinunciando, in sostanza, alla felicità. Ottime le interpretazioni dei due protagonisti e, direi, eccezionale la regia di David Lean.



 


Titolo: Breve incontro

Nazione: Gran Bretagna

Anno: 1945

Genere: Sentimentale

Regia: David Lean

Cast: Celia Johnson, Trevor Howard, Cyril Raymond, Noel Coward, Joyce Carey.

Durata: 86 minuti.

sabato 2 luglio 2022

"Bersaglio di notte" di Arthur Penn

 

Un detective privato accetta l'incarico datogli da una ex attrice vedova, di ritrovare la figlia sedicenne fuggita da alcuni giorni ma, proprio mentre si sta dedicando alle prime ricerche, scopre che la sua compagna lo sta tradendo. Continua comunque a svolgere il suo lavoro e, dopo qualche tentativo andato a vuoto, riesce a rintracciare la ragazza, che vive in Florida con l'ex amante della madre. Quindi si reca sul posto e fa ulteriori scoperte.

E' un film che merita di essere visto, per la storia che si dipana in modo imprevedibile e che presenta un finale che lascia delusi, forse, ma che certo non è il solito lieto fine di tanti film americani; ma va visto anche per la solita bravura di Gene Hackman e per la presenza di una giovanissima Melanie Griffith, che interpreta la minorenne scomparsa; quando girò questo film, l'attrice newyorchese forse non aveva ancora compiuto diciotto anni, e, da quanto mi risulta, è anche la prima parte importante della sua gloriosa carriera. Per quanto riguarda la regia di Arthur Penn (diresse Anna dei miracoli, Gangster story e Piccolo grande uomo), questo è uno dei suoi lungometraggi migliori, come il successivo Missouri, uscito nel 1976.

 

Titolo: Bersaglio di notte

Nazione: Stati Uniti

Anno: 1975

Genere: Drammatico

Regia: Arthur Penn

Cast: Gene Hackman, Susan Clark, Jennifer Warren, Edward Binns, Harris Yulin, Melanie Griffith, John Crawford, Kenneth Mars, Janet Ward, James Woods, Anthony Costello.

Durata: 95 minuti.

venerdì 1 luglio 2022

"Trilogia del terrore" di Dan Curtis

 

Sono tre episodi. Nel primo, una professoressa apparentemente tutta d'un pezzo, cade nella trappola tesagli da uno studente; nel secondo episodio, due sorelle completamente diverse si contrastano fino alla morte; nel terzo, una donna torna a casa con un regalo per il suo fidanzato che compie gli anni: un pupazzo estremamente brutto che raffigura un cacciatore preistorico e che, come è scritto su un foglio, potrebbe tornare a vivere.

Nato come prodotto televisivo, Trilogy of terror è diventato, col tempo un cult movie. Sinceramente non ne comprendo il motivo, visto che il primo episodio può anche salvarsi, ma il secondo risulta scontato fin dall'inizio, e il terzo è semplicemente ridicolo, col pupazzo che si anima e, assetato di sangue attacca furiosamente la povera donna, la quale, alla fine, si ritroverà posseduta dall'anima sanguinaria del cacciatore. Comunque è senz'altro brava Karen Black, protagonista femminile in tutti e tre gli episodi citati. Infine un aneddoto: ricordo che questo film fu trasmesso dalla Rai in prima serata nella seconda metà degli anni '70; poiché l'annunciatrice disse che la visione era consigliata ad un pubblico adulto, i miei non mi permisero di vederlo e mi costrinsero ad andare nella mia camera. Ridicolo anche questo: il film non possiede nulla di terrificante.

 

Titolo: Trilogia del terrore

Nazione: Stati Uniti

Anno: 1975

Genere: Horror

Regia: Dan Curtis

Cast: Karen Black, Robert Burton, John Karlen, George Gaynes, Jim Storm, Kathryn Reynolds, Gregory Harrison, Tracy Curtis, Orin Cannon

Durata: 72 minuti.

martedì 28 giugno 2022

"La cuccagna" di Luciano Salce

 

La cuccagna è un film italiano del 1962; il regista, Luciano Salce, in quel preciso periodo si dimostrò un ottimo cineasta, dirigendo vari film riconducibili al genere che fu poi denominato "commedia all'italiana". Questo, forse, vi appartiene in minor misura, viste certe situazioni che non possono essere considerate drammatiche, ma, piuttosto, miserevoli. E' la storia di una bella ragazza che vive Roma, e che vuole a tutti i costi entrare nel mondo del lavoro; negli anni del boom economico, la cosa sembrerebbe facile, o, per lo meno, non impossibile; ma una serie di incontri sbagliati, fanno sì che la ragazza si ritrovi senza un lavoro e, oltretutto, senza una casa perché cacciata dal padre. Il film vuole essere una forte critica alla società italiana di quel periodo, in cui lo sviluppo economico sembrava poter risolvere tutti i problemi della nazione, e invece li aumentava, perché coi suoi meccanismi diabolici dava modo di arricchirsi a individui senza scrupoli, disonesti e affamati di denaro; così la giovane si ritrova coinvolta in una serie di avventure infime, insieme a persone squallide, losche, pronte a soddisfare i propri piaceri a qualunque costo o ad ingannare la povera sprovveduta e inesperta senza alcuna pietà. Alla fine comprenderà che il solo modo per fare dei soldi è quello di scendere a insopportabili compromessi, come l'accettare le avances di alcuni vecchi e ricchi marpioni e, di conseguenza, prostituirsi. L'unico incontro che risulterà positivo per la ragazza, sarà quello, del tutto casuale, con un giovane povero e dalle idee strane; da lui si rifugerà nel momento di maggiore difficoltà. I due penseranno al suicidio, ma alla fine vi rinunceranno, tentando di prendere la vita per quella che è. Questo film in parte anticipa la tematica di Io la conoscevo bene: opera cinematografica importante di Antonio Pietrangeli uscita tre anni dopo, in cui si ripropone la vicenda di una ragazza inghiottita dalla "città tentacolare". Protagonista del film è Donatella Turri, un'attrice che, non so bene il motivo, dopo quest'opera cinematografica si è quasi persa, ritirandosi dalle scene poco tempo dopo; eppure mi sembra che abbia interpretato il ruolo affidatogli in maniera egregia. La stessa cosa non può dirsi per Luigi Tenco, altro attore presente nel film, che, con la sua recitazione nervosa e un po' impacciata, dimostrò di non essere nato per fare l'attore. Però fa comunque piacere vederlo, anche in un film in cui non brilla, perché è stato un cantante ed un personaggio indimenticabile. A proposito di Tenco, sembra quasi incredibile che, ad un certo punto della vicenda, il cantautore si ritrovi ad interpretare un personaggio che intende suicidarsi. Bella la colonna sonora di Ennio Morricone, grazie alla quale, Tenco pubblicò nello stesso anno in cui uscì il film, un disco a 45 giri con due brani musicali nati dalla collaborazione tra Morricone e Salce. 

 

Titolo: La cuccagna

Nazione: Italia

Anno: 1962

Genere: Commedia

Regia: Luciano Salce

Cast: Donatella Turri, Luigi Tenco, Umberto D'Orsi, Anna Baj, Liù Bosisio, Gianni Dei, Piero Gerlini,Fernando Cerulli, Ivy Holzer, Emilio Barrella

Durata: 108 minuti.

sabato 25 giugno 2022

"La parola amore esiste" di Mimmo Calopresti

 

Angela è una donna di trent'anni che vive da sola in un appartamento di Roma. Vorrebbe lavorare pur non avendone bisogno (proviene da una famiglia benestante) e vorrebbe anche avere un compagno, ma è frenata e ossessionata da una serie di elementi insignificanti e di dettagli, riguardanti i colori e i numeri, che gli complicano in modo serio le relazioni col prossimo. Decide di sottoporsi ad alcune sedute psicoanalitiche, ma la cosa non l'aiuta più di tanto. Un giorno nota, uscendo dallo studio dello psicologo, che nello stesso palazzo risiede anche Marco Recanati, un uomo interessante; costui ha circa quarant'anni, è separato, ha una figlia adolescente e vive dando lezioni di violoncello. Angela inizia a inserire nella posta dell'uomo, una serie di bigliettini con i testi di brevi poesie giapponesi. Marco, non avendo la minima idea sulla provenienza dei biglietti, pensa che possano essere opera di una sua allieva. Quindi, Angela decide di fare un passo avanti... 

Bel film, che parla di problemi più o meno risolvibili, dovuti ad una personalità molto particolare ed estremamente sensibile. Il finale non da nessuna certezza, ma lascia qualche speranza. Direi ottima per la parte che ricopre è la recitazione di Valeria Bruni Tedeschi; ancora una volta all'altezza è Fabrizio Bentivoglio nel ruolo dell'insegnante di violoncello; parti minori che lasciano il segno anche per Marina Confalone e Gérard Depardieu. Calopresti, sebbene ancora giovane, qui si dimostra grande regista, capace di trattare un argomento non facile con delicatezza e massimo rispetto.

 

Titolo: La parola amore esiste

Nazione: Italia

Anno: 1998

Genere: Drammatico

Regia: Mimmo Calopresti

Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Marina Confalone, Valeria Milillo, Gérard Depardieu, Daria Nicolodi, Giovanna Giuliani, Massimo Bonetti, Roberto Di Francesco.

Durata: 87 minuti.