Tra i film che parlano di San Francesco c'è un capolavoro del neorealismo di
Roberto Rossellini: Francesco giullare di Dio, uscito nelle sale nel
1950, si avvale di attori non professionisti (fa eccezione la presenza di Aldo
Fabrizi) e consta in nove episodi tratti dalla vita del santo così come vengono
raccontati nei famosi Fioretti. Il film ad un primo approccio potrebbe
sembrare ingenuo, ma non è affatto così, visto che si basa sulla recitazione
spontanea di non-attori ed è ispirato alla autentica fede ed alla semplicità
disarmante in cui consisteva l'eccezionalità dell'ordine mendicante creato da
San Francesco.
Negli anni sessanta anche la regista Liliana Cavani volle
realizzare un film sul santo patrono d'Italia, nacque così, nel 1966,
Francesco d'Assisi; inizialmente la pellicola fu trasmessa in TV come un
telefilm, in due puntate, poi uscì anche nelle sale cinematografiche. È questo
un film prettamente biografico, che parte dall'età giovanile di Francesco,
quando ancora non aveva abbracciato la fede cristiana, per giungere alla morte
del santo. Molti critici hanno riscontrato una tendenza della regista a
sottolineare l'aspetto rivoluzionario della figura di Francesco, sacrificando,
in parte, quello religioso; ciò può essere anche veritiero, ma non si discute
certo sul fatto che Francesco abbia portato delle novità assolute in quella che
alla sua epoca era ritenuta la vita più adeguata del religioso cristiano.
Bravissimo nel ruolo del santo l'attore Lou Castel, mentre a me pare meno
felice, nel secondo film della Cavani incentrato sulla figura del santo
d'Assisi: Francesco (1989), la recitazione di Mickey Rourke (che
ovviamente impersona San Francesco), come d'altra parte mi sembra eccessivamente
violento e spregiudicato un po' tutto il lungometraggio.
Ritornando al 1966, nel
film di Pier Paolo Pasolini Uccellacci e uccellini c'è una parte in cui i
due protagonisti: Totò e Ninetto Davoli, si ritrovano improvvisamente al
cospetto di San Francesco nei panni di due frati francescani, rispettivamente di
frate Ciccillo e frate Ninetto; Francesco affida a loro un compito arduo:
comunicare con tutti gli uccelli parlando col loro linguaggio per convertirli
alla buona novella. È la parte più poetica del film, e il sotterraneo marxismo
che caratterizza l'episodio non ne diminuisce il valore. Ottimo Totò nella parte
del religioso, la sua recitazione sembra quanto mai sentita e sincera.
Nel
1972 uscì un altro film biografico su San Francesco, questa volta a cimentarsi
con la umile e pur imponente figura del poverello d'Assisi fu Franco Zeffirelli,
nel film Fratello Sole, Sorella Luna. Anche qui, come nel primo film di
Liliana Cavani, il punto di partenza è la giovinezza spensierata e scanzonata
del santo, la svolta avviene dopo la partenza di Francesco per la crociata,
infatti quando improvvisamente ritorna lo si vede profondamente mutato; seguono:
la conversione, la rinuncia alle ricchezze, la solitaria ascesi nella piccola
chiesa di San Damiano e quindi l'avvicinamento dei primi confratelli; la storia
si conclude subito dopo la consacrazione di papa Innocenzo III, che comprende la
grandezza e la santità dell'umile fraticello. Qui, a differenza di altri film, è
dedicato ampio spazio anche a Santa Chiara (dove appare con l'angelico volto
dell'attrice Judi Bowker) che ebbe un'importanza primaria nella formazione
spirituale di Francesco. Bellissima la colonna sonora di Riz Ortolani come sono
belle le tre canzoni di Claudio Baglioni che si possono ascoltare durante il
film.
Concludo ricordando che ho escluso dalla breve trattazione altri film
minori riguardanti la figura di S. Francesco, i quali sono tutt'altro che
disprezzabili, come Francesco d'Assisi di Michael Curtiz (1961) e
Francesco di Michele Soavi (2002), nonchè una fiction per la Rai del
2007: Chiara e Francesco, per la regia di Fabrizio Costa.