Se si va ad
analizzare attentamente la filmografia di Paolo e Vittorio Taviani dovrebbe
risultare piuttosto evidente che il decennio più "alto" dei due cineasti
italiani è quello che corrisponde agli anni settanta; in questo decennio infatti
sono usciti quattro film molto belli e molto impegnati che si occupano di temi
importanti oltre che scottanti ancora oggi, ovvero dell'ideale politico profondo
che alcune persone hanno seguito fino al sacrificio estremo; del "pater
familias" che, in precise zone territoriali del nostro paese, esercitava spesso
la sua tirannia nei confronti della moglie e in particolare dei figli, questi non potevano prendere alcuna iniziativa riguardante il loro futuro ed erano costretti a fare qualunque cosa
avesse deciso per loro il "padre padrone", pena il maltrattamento morale e
materiale; infine il tema del malessere giovanile che in genere ha coinvolto un
po' tutte le generazioni e che i Taviani trattano per quel che riguarda la
gioventù degli anni settanta. Tutte queste tematiche sono presenti in San
Michele aveva un gallo (1971), Allonsanfan (1975), Padre padrone
(1977) e Il prato (1979); precisamente i temi politici riguardano i
primi due film citati che vedono come protagonisti due grandi attori: Giulio
Brogi e Marcello Mastroianni, senza i quali forse l'ottimo risultato di entrambi
i lungometraggi non sarebbe mai arrivato. Sebbene le due pellicole raccontino
storie ambientate nell'Ottocento, molti critici parlarono di espliciti
riferimenti ai tempi recenti, in particolare agli "anni di piombo". Padre
padrone è invece ispirato al romanzo omonimo di Gavino Ledda e, in toni
fortemente realistici, racconta la difficile vita dello scrittore sardo
dall'infanzia alla gioventù, ossia fino al momento in cui, grazie ad una forza
di volontà non indifferente e ad una perseveranza eccezionale negli studi che
gli permise di laurearsi ed affermarsi al di fuori della sua regione, riuscì a
svincolarsi dall'oppressiva e ottusa ala paterna; ottima è qui l'interpretazione
sia dell'attore protagonista Saverio Marconi che impersona lo scrittore, sia del
padre di lui nei cui panni c'è Omero Antonutti. Il prato è il film
dedicato ai problemi dei giovani e specificatamente a coloro che avevano intorno
ai vent'anni nel periodo post sessantottino. Il prato vide l'esordio
cinematografico come attrice protagonista di Isabella Rossellini, insieme alla
bella attrice sono di nuovo presenti sia Saverio Marconi, ragazzo che, finiti da
poco gli studi, cerca con passione di realizzarsi professionalmente e
sentimentalmente, sia Giulio Brogi, padre del ragazzo; un ruolo non secondario
ricopre anche un giovane Michele Placido.
Due parole ancora per le ottime musiche che fanno da
colonna sonora a tutti questi film, molte delle quali portano la prestigiosa
firma di Ennio Morricone anche se in alcuni casi i Taviani hanno attinto dalla
musica classica e dalla canzone popolare italiana.
domenica 8 settembre 2013
domenica 1 settembre 2013
Da "Profumo di donna" di Dino Risi
Vuoi dire che è una fortuna essere ciechi? Può darsi, ma non per le tue ragioni: è una fortuna essere ciechi perché i ciechi non vedono le cose come sono, ma come immaginano che siano. Ma io no: io non immagino niente, non ricordo niente. Potessi vedere il mondo, qui, adesso, credo che guarderei solo pietre, deserto; nemmeno animali, alberi... solo pietre, perché anch'io sono una pietra.
[Parole di Fausto (Vittorio Gassman) al cugino prete (Vernon Dobtcheff)]
[Parole di Fausto (Vittorio Gassman) al cugino prete (Vernon Dobtcheff)]
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