domenica 8 settembre 2013

Il cinema dei fratelli Taviani nel decennio 1970-1979

Se si va ad analizzare attentamente la filmografia di Paolo e Vittorio Taviani dovrebbe risultare piuttosto evidente che il decennio più "alto" dei due cineasti italiani è quello che corrisponde agli anni settanta; in questo decennio infatti sono usciti quattro film molto belli e molto impegnati che si occupano di temi importanti oltre che scottanti ancora oggi, ovvero dell'ideale politico profondo che alcune persone hanno seguito fino al sacrificio estremo; del "pater familias" che, in precise zone territoriali del nostro paese, esercitava spesso la sua tirannia nei confronti della moglie e in particolare dei figli, questi non potevano prendere alcuna iniziativa riguardante il loro futuro ed erano costretti a fare qualunque cosa avesse deciso per loro il "padre padrone", pena il maltrattamento morale e materiale; infine il tema del malessere giovanile che in genere ha coinvolto un po' tutte le generazioni e che i Taviani trattano per quel che riguarda la gioventù degli anni settanta. Tutte queste tematiche sono presenti in San Michele aveva un gallo (1971), Allonsanfan (1975), Padre padrone (1977) e Il prato (1979); precisamente i temi politici riguardano i primi due film citati che vedono come protagonisti due grandi attori: Giulio Brogi e Marcello Mastroianni, senza i quali forse l'ottimo risultato di entrambi i lungometraggi non sarebbe mai arrivato. Sebbene le due pellicole raccontino storie ambientate nell'Ottocento, molti critici parlarono di espliciti riferimenti ai tempi recenti, in particolare agli "anni di piombo". Padre padrone è invece ispirato al romanzo omonimo di Gavino Ledda e, in toni fortemente realistici, racconta la difficile vita dello scrittore sardo dall'infanzia alla gioventù, ossia fino al momento in cui, grazie ad una forza di volontà non indifferente e ad una perseveranza eccezionale negli studi che gli permise di laurearsi ed affermarsi al di fuori della sua regione, riuscì a svincolarsi dall'oppressiva e ottusa ala paterna; ottima è qui l'interpretazione sia dell'attore protagonista Saverio Marconi che impersona lo scrittore, sia del padre di lui nei cui panni c'è Omero Antonutti. Il prato è il film dedicato ai problemi dei giovani e specificatamente a coloro che avevano intorno ai vent'anni nel periodo post sessantottino. Il prato vide l'esordio cinematografico come attrice protagonista di Isabella Rossellini, insieme alla bella attrice sono di nuovo presenti sia Saverio Marconi, ragazzo che, finiti da poco gli studi, cerca con passione di realizzarsi professionalmente e sentimentalmente, sia Giulio Brogi, padre del ragazzo; un ruolo non secondario ricopre anche un giovane Michele Placido.
Due parole ancora per le ottime musiche che fanno da colonna sonora a tutti questi film, molte delle quali portano la prestigiosa firma di Ennio Morricone anche se in alcuni casi i Taviani hanno attinto dalla musica classica e dalla canzone popolare italiana.

domenica 1 settembre 2013

Da "Profumo di donna" di Dino Risi

Vuoi dire che è una fortuna essere ciechi? Può darsi, ma non per le tue ragioni: è una fortuna essere ciechi perché i ciechi non vedono le cose come sono, ma come immaginano che siano. Ma io no: io non immagino niente, non ricordo niente. Potessi vedere il mondo, qui, adesso, credo che guarderei solo pietre, deserto; nemmeno animali, alberi... solo pietre, perché anch'io sono una pietra.

[Parole di Fausto (Vittorio Gassman) al cugino prete (Vernon Dobtcheff)]