domenica 11 ottobre 2020

"Unico indizio: una sciarpa gialla" di René Clement

 Seppure raramente, mi succede ancora di riscoprire vecchi film che non avevo mai visto, film del tutto obliati e poco considerati anche dalla critica cinematografica; è il caso di Unico indizio: una sciarpa gialla: film francese del 1971, che vede come protagonista una formidabile Faye Dunaway. Già dalle prime immagini sono rimasto colpito per un'atmosfera malinconica sapientemente creata, grazie alla splendida colonna sonora di Gilbert Becaud e al paesaggio fluviale, brumoso e autunnale di un fine pomeriggio parigino, dove appare in primo piano un'imbarcazione in cui si trova l'attrice protagonista del film; la donna, che si trova lì con un bambino (suo figlio) al ritorno da un'imprevista passeggiata, ad un tratto assume un'espressione all'apparenza imbambolata, quasi persa dentro se stessa, che è poi il tema principale della vicenda di questa bellissima pellicola. E proprio questa donna che - sempre all'apparenza - sembra un po' svanita o addirittura pazza, riesce a dipanare la misteriosa matassa che nascondeva i modi e motivi per i quali i suoi due piccoli figli erano stati improvvisamente rapiti. Sono bravi un po' tutti gli interpreti di questo film (perfino i bambini), a partire dalla già citata Dunaway, per proseguire con il serioso e disperato compagno di lei, interpretato da Frank Langella, alla dolce e subdola Cynthia, amica della protagonista (Barbara Parkins), e infine al duro e perspicace commissario, nei cui panni compare l'attore francese Raymond Gérome. Infine è senz'altro da lodare la sapiente regia, affidata al grande René Clement, che non ha bisogno di parole aggiuntive.

 

Titolo: Unico indizio: una sciarpa gialla

Nazione: Francia

Anno: 1971

Genere: Giallo

Regia: René Clement

Cast: Faye Dunaway, Frank Langella, Barbara Parkins, Raymond Gérome, Karen Blanguernon.

 

martedì 18 febbraio 2020

"Masquerade" di Joseph L. Mankiewicz


È un film dalla struttura piuttosto complessa, che si basa su due commedie teatrali ed un romanzo; la direzione è di Joseph L. Mankiewicz - regista di ottime opere cinematografiche come Giulio Cesare e Improvvisamente l'estate scorsa - ; è ambientato a Venezia, sebbene la città lagunare si veda pochissimo. La storia nasce da un ipotetico scherzo tramato da un ricchissimo uomo ultracinquantenne, che, facendo credere di essere in punto di morte, invita nella sua casa le tre donne più importanti della sua avventurosa vita, illudendole di lasciargli una cospicua parte dell'eredità. Durante il film, verranno fuori verità occulte, vi saranno degli imprevedibili omicidi e diverranno protagonisti della vicenda personaggi all'apparenza insignificanti. Tutto sommato è un bel film, a metà tra il giallo e la commedia, forse troppo lungo, malgrado non vi siano tempi morti e la storia scorra in modo piacevole. Calato perfettamente nel ruolo dell'uomo ricco e stravagante è Rex Harrison; bravi anche Cliff Robertson e Maggie Smith; si fa notare la presenza della modella Capucine: una bellezza fredda e aristocratica, ben inserita nel ruolo di una nobildonna; notevole anche la recitazione di Adolfo Celi che fa la parte del commissario.



Titolo: Masquerade
Nazione: Stati Uniti
Anno: 1967
Genere: Giallo/Commedia
Regia: Joseph L. Mankiewicz
Cast: Rex Harrison, Cliff Robertson, Maggie Smith, Susan Hayward, Capucine, Edie Adams, Adolfo Celi.
Durata: 125 minuti.

CITAZIONE
La gente ha così poco rispetto per il tempo (la gente da poco); come per tutto il resto sceglie il "di più" non il "meglio": perfino per il tempo. Spera di vivere cento lunghi, miserabili anni e si sente ingannata se ne vive solo cinquanta dei migliori. La quantità sì, la qualità no. Venezia è piccola e preziosa; Los Angeles gigantesca e opprimente... e con questo? eppure la preferiscono quasi tutti.